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THE PROJECT

THIS IS A MALE NIPPLE. AM I CENSORED ENOUGH?

Se il seno di una madre è il primo mezzo di sostentamento umano, come può essere considerato tanto osceno ed offensivo? Da cosa ci sta realmente proteggendo la legge? E quale è il messaggio che lancia a proposito del corpo delle donne?

(Chi ha paura del corpo delle donne? di Cecilia Marotta – Huffingtonpost.it)

La disparità è sotto gli occhi di tutti. Il corpo femminile è ancora un problema. Stereotipi e discriminazioni fanno ancora parte della nostra cultura e condizionano la libertà di espressione delle donne in tutti gli ambiti della società in molti Paesi nel mondo. La rappresentazione del corpo femminile è sottoposta a censure molto più stringenti di quelle riservate al corpo maschile, indipendentemente dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. E cosa è l’immagine e la rappresentazione di sé se non un modo di esprimere ed affermare la propria identità? Per questa ragione la censura che viene fatta non è soltanto di forma, ma di sostanza.
Anche i social network hanno un problema con la parità di genere.
Il corpo delle donne sui social ed in particolare i capezzoli femminili sono occultati nei modi più bizzarri e fantasiosi. Stelline, fiorellini, cuoricini deturpano a torto nudi artistici, foto e dipinti.
Ma cosa si sta censurando: la donna o i suoi capezzoli?

E se a censurare i capezzoli femminili, fossero proprio quelli di un uomo?
Uguali nella forma. Diversi nella sostanza?

Da qui è nata l’idea di eludere l’algoritmo prendendolo un po’ in giro, censurando le donne a cui è vietato mostrare il seno nudo sostituendo i loro capezzoli con quelli maschili “autorizzati”.

Ho fotografato un gruppo di uomini che hanno aderito al progetto compiendo l’atto simbolico di prestare i loro capezzoli raffigurati su delle polaroid, permettendomi così di realizzare altrettanti scatti con le donne.

Il risultato una serie di ritratti che, con ironia e deliberata provocazione, vogliono sottolineare il ridicolo paradosso dell’algoritmo censore ed affermare il diritto di tutti ad esprimere la propria identità libera.

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@amicensoredenough

CREDITS
PH: Irene Tomio
DIT: Lorenzo Poli e Federico Calogero
MUA: Daniela Liuzzi

PRODUCTION:
Arianna Amato
Lucia Costantini
Manila Mazzarini
LOCATION: @carboneria_studio

IRENE TOMIO